mercoledì 26 giugno 2013

LA RIVOLUZIONE DELL'HARDWARE IN AFRICA - KENYA

"La rivoluzione di telefonini e web, in Africa, è molto avanti. Peccato che magari andiamo online e poi le linee elettriche vanno a singhiozzo e così anche la connessione internet…». Problemi di hardware, insomma. «Perché usiamo la tecnologia pensata per Londra e Los Angeles e invece viviamo a Nairobi? Questo ci siamo domandati», racconta Juliana Rotich. La risposta è stata quasi ovvia: cominciamo a disegnarci da noi i nostri strumenti di connessione.

Così Rotich, una 35enne «nerd» (come si definisce lei stessa) con una laurea in Computer science all’Università del Misssouri, a Kansas City, s’è messa al lavoro con i compagni della non-profit company Ushahidi, sulla base dell’esperienza maturata nel suo Kenya durante le violenze etniche scoppiate alle elezioni 2008.

Allora per Juliana si era trattato di trovare il modo di informare,  dalla città di Eldoret, nonostante i “black-out”, la gente che combatteva.

L’esperienza è tornata utile ora creando BRCK, uno scatolotto con una batteria di otto ore e la capacità di connettere i vari device – attraverso wi-fi o 3G – quando le reti fisse “cadono”.


Il modem keniano, in vendita da novembre a 150 euro circa, ha anche un software “cloud” che permette l’accesso ovunque: un’ottima ragione in più per considerarlo il perno di una vera rivoluzione hardware dell’Africa, che ha in Rotich – con un lungo curriculum che la indica anche come MIT Fellow, TED Senior Fellow e vicepresidente del World Economic Forum Global Agenda Council on Data Driven Development – la sua profeta. Pronta a guardare già oltre il suo continente.

da: www.corriere.it

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